lunedì 23 marzo 2015

BOB MARLEY PENSIERO

« Il reggae diventerà una forma di lotta, se non è già accaduto. È la musica del Terzo Mondo. Non devi cercare di capirla in un solo giorno ma prenderla un po' per volta e lasciare che cresca dentro di te. »
Bob Marley

PETER TOSH

Peter Tosh, vero nome Winston Hubert McIntosh (Westmoreland, 9 ottobre 1944 –Kingston11 settembre 1987), è stato un artistacantantechitarrista reggae giamaicano.
Trascorre infanzia e giovinezza nello slum di Trenchtown a Kingston. Si dice di lui che avesse un carattere scontroso, quasi militante, come testimoniato dal suo soprannome Stepping Razor; leggenda e realtà lo voglion pure esperto di arti marziali: un carattere dunque diverso da Bob Marley con il quale, nonostante ciò, condivise l'inizio della sua carriera con i Wailers.
Suonava molto bene la chitarra ed aveva una voce naturale dalla timbrica molto scura, bassa ma estesa, che gli permetteva di eccellere anche nel falsetto. Nel periodo Wailers scrisse, con Bob Marley e Bunny Wailer, canzoni come Get up Stand up, dove è celebre la sua terza strofa. Quando i Wailers iniziarono ad uscire dalla Giamaica, ovvero dopo i primi due album prodotti dalla Island (Catch a Fire e Burnin'), Peter Tosh abbandona il progetto Wailers per portare avanti una carriera da solista, la cui canzone più rappresentativa sarà Legalize it, canzone antiproibizionista che tratta dei poteri curativi della marijuana da un punto di vista medico e rastafariano. Lo imita anche Bunny Wailer. I tre però continueranno ancora a collaborare nei rispettivi lavori. FONTE

Programma Notte Bianca Firenze 30 aprile 2015

Programma Notte Bianca Firenze 30 aprile 2015

IL PROGRAMMA VERRA' AGGIORNATO DOPO LA DEFINIZIONE DELLE INIZIATIVE
‘The Black Night’, punterà a riaffermare la sostenibilità della musica dal vivo nel contesto cittadino. Tra tutte le musiche, prediligerà quelle che hanno in sé una componente ‘nera’, intesa come riferimento a quella matrice che ha dato origine al blues come al jazz, al rock come al funky, al gospel come al reggae. ‘Black’ vuol dire anche etnico, ricerca delle origini e delle tradizioni, di una cultura della convivenza.
La nuova edizione oltre alla musica desidera affrontare anche altre tematiche: le attività per bambini, la valorizzazione delle abilità artigianali, il tema dell’Oltrarno, la valorizzazione delle periferie e dei luoghi meno conosciuti della città, il riuso temporaneo di spazi dismessi, il libro e le librerie.
I progetti che saranno proposti per partecipare alla Notte Bianca potranno interessare il tema principale sia quelle collaterali, preferibilmente intrecciandole tra loro; dovranno coinvolgere e intrattenere il maggiore numero di persone in un’ottica di esperienza condivisa e trovare nei linguaggi musicali e dell’arte in generale una guida alla scoperta dei luoghi. Inoltre, non potranno prescindere dalle seguenti qualità: impatto spettacolare, innovazione e originalità, contemporaneità del linguaggio e pertinenza al tema.
Tutte le proposte dovranno corrispondere ai requisiti realizzativi a norma di legge per quanto concerne la sicurezza individuale e collettiva e dovranno essere prive di messaggi che possano risultare volgari e offensivi. Per quanto riguarda le proposte musicali, invece, saranno valutate in maniera preferenziale quelle che rientreranno nel novero delle procedure di semplificazione emanate dal Comune di Firenze per i concerti di capienza inferiore alle 200 persone.
I progetti artistici dovranno pervenire entro e non oltre le 13 di martedì 31 all’indirizzo e-mail segreteria@nottebiancafirenze.it.
Per info e per presentare i progetti cliccare su www.nottebiancafirenze.it.
Le iniziative dovranno essere concepite in stretta relazione con lo spazio cittadino, non necessariamente all’aperto, nell’ottica di un utilizzo creativo, sostenibile e responsabile di spazi e tempi. La ‘Black Night’ si propone di utilizzare molti luoghi simbolici, soprattutto quelli meno conosciuti e meno usati, affinché la Notte diventi anche un momento di forte conoscenza del territorio. Allo stesso tempo l’idea è anche quella di un luogo inclusivo, socialmente responsabile e che manifesti cura per gli spazi e le persone che li abitano. La Notte Bianca identificherà zone di partenza e veri e propri itinerari che il pubblico seguirà lungo una cartina
Da domani poi saranno attivi anche i profili social:
https://www.facebook.com/pages/Notte-Bianca-Firenze/234962659979631
https://twitter.com/NotteBiancaFi
L’hashtag è #nottebiancafirenze
Per informazioni generali inviare una mail a info@nottebiancafirenze.it
Per informazioni relative alla presentazione dei progetti artistici scrivere a segreteria@nottebiancafirenze.it oppure telefonare allo 055 2768203 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle17


In vacanza a lavorare gratis, boom campi di volontariato per organizzare festival

Festival che passione! Fra gli italiani che scelgono di fare vacanze alternative e solidali in un campo di lavoro - sono circa 20mila all'anno quelli inseriti nella rete internazionale di volontariato - l'esperienza più amata e richiesta è proprio quella legata all'organizzazione dei festival in Italia e all'estero. Due o tre settimane in cui i partecipanti, lavorano alla preparazione e alla gestione dell'evento, scoprendo un paese nuovo, la sua cultura e la sua gente, e soprattutto condividendo la propria passione con altri volontari, in un'occasione unica di scambio interculturale.
Fatica e divertimento dedicati a campagne di sensibilizzazione, così come allo sport preferito, a danza, musica, arte, ambiente o alle tradizioni locali. E ce n'è per tutti i gusti: si va dal festival di musica eclettica in un villaggio medievale in Francia, a quello di fumetti a Roma, dal festival di musiche folk della Vallonia in Belgio a quello enogastronomico sull'Aglianico in Basilicata, fino alla festa reggae antirazzista a Marzabotto.
"Ciò che rende attrattivo questo genere di campi di lavoro è proprio l'atmosfera che c'è nei festival, l'idea di lavorare dietro le quinte, il contatto con gli artisti, lo scambio culturale e l'esperienza legata a passioni e interessi comuni, ma anche la possibilità di trovare nuovi amici e, perchè no, di avere il badge dello staff: insomma di sentirsi utili e parte integrante di un evento", spiega all'Adnkronos Marcello Mariuzzo, coordinatore Programmi internazionali di 'Lunaria' , associazione che invia ogni anno circa 400 giovani volontari italiani in campi all’estero e accoglie altrettanti volontari stranieri in Italia.
Non solo. "I campi di lavoro - spiega ancora Mariuzzo - oltre a rappresentare un'esperienza internazionale significativa di formazione e impegno collettivo, scoperta, amicizia e divertimento, sono anche uno dei modi più economici di trascorrere una vacanza. A parte l'iscrizione e le spese di viaggio, infatti, tutto il resto, vitto, alloggio, assicurazione sul lavoro (infortunio, responsabilità civile e malattia) è a carico dell'organizzazione ospitante".
E se negli ultimi anni è cresciuto l'interesse così come la partecipazione ai campi di lavoro, anche il fattore economico ha avuto la sua parte. "In tempi di crisi - sottolinea il coordinatore Programmi internazionali di 'Lunaria' - molte famiglie hanno sostituito magari la vacanza studio all'estero con un'esperienza internazionale 'solidale' che oltre ad essere low cost e divertente ha anche un aspetto etico e formativo ed è sicuramente un'occasione per allargare i propri orizzonti", commenta Mariuzzo, riferendo che in 4 anni Lunaria ha registrato un aumento di quasi 100 partecipanti all'anno, con un +15-20%.
Ma se l'età media dei partecipanti ai campi di lavoro è di 24 anni, "ci contattano sempre più spesso anche persone più grandi, soprattutto per progetti nel Sud del mondo", spiega il responsabile di Lunaria, precisando che "si tratta di volontariato e non di aiuto umanitario". Si tratta prevalentemente di lavori materiali - per esempio sistemare o ristrutturare scuole in Africa - guidati da un volontario esperto. "Recentemente nella fascia di età meno giovane - conclude - abbiamo ricevuto molte richieste di partire con un gruppo di volontari italiani. Per questo, anche se normalmente le iniziative di volontariato all’estero coinvolgono gruppi di partecipanti da tutto il mondo, abbiamo organizzato progetti in Uganda e Kenia con partenze di gruppo". fonte