mercoledì 11 febbraio 2015

Alpha Blondy: "Suono il reggae perché è musica d'Africa"

Il leone del reggae africano è tornato a ruggire in Italia. Tra i primi, nel continente nero, a dedicarsi alla musica in levare nata in Giamaica, Alpha Blondy ha raggiunto fama e credibilità paragonabile con quella dei colleghi giamaicani, da Bob Marley a Peter Tosh, a Burning Spear. E grazie al successo dei suoi primi album Jah GloryCocody Rock eApartheid is Nazism per lui si sono aperte le porte dei Tuff Gong Studios fondati da Marley a Kingston, in Giamaica, in cui Alpha Blondy registrò Jerusalem, pietra miliare della sua carriera, prodotto dai Wailers. Il leone del reggae africano ha appena concluso un tour di quattro date in Italia: lo abbiamo incontrato dopo il concerto alla rassegna Eutropia di Roma.
 

Da Jerusalem ad oggi il suo messaggio di pace non è cambiato, eppure i focolai di guerra non solo non diminuiscono ma aumentano, è ormai guerra anche in Palestina."Sì, il mio messaggio resta lo stesso perché restano gli stessi problemi. Amnesty International e le altre agenzie internazionali parlano di diritti umani, ma come può la gente civilizzata non fermare la guerra, vogliono davvero la pace? lo ne dubito, per questo cerco di sensibilizzare i miei fan, perché un giorno qualcuno di loro diventi un grande politico e inneschi il processo di pace. La guerra è illegale. Si impegnano di più per difendere gli elefanti o gli animali selvatici che per difendere l'essere umano. Guardate Israele e la Palestina, sono 70 anni che si combattono, quante generazioni si sono succedute in 70 anni? Quante altre devono essere sacrificate? Cosa fa la comunità internazionale?".

Le guerre del Medio Oriente sono quasi sempre condotte in nome di una religione."Dio è solo una teoria: il profeta Maometto disse che la gente del libro dev'essere una, un musulmano non deve uccidere un cristiano perché fa anche lui parte del popolo del libro, e non deve uccidere un ebreo per lo stesso motivo. Lo stesso devono fare gli altri nei confronti del musulmano. Le tre religioni sono monoteiste, guardano allo stesso Dio. In una mia canzone dico che Allah, Maometto e Gesù non devono essere coinvolti nella guerra". 

La musica può aiutare in questo messaggio di pace?"Le canzoni almeno usano le parole non le armi, per questo continuo a cantare la pace".

Perché quando iniziò negli anni 70 scelse di fare musica reggae?"Perché la musica reggae è parte della cultura africana, anche i giamaicani sono africani. Non a caso hanno bisogno di definirsi prima africani, che siano in America, in Giamaica o in Martinica. Sentii la musica reggae come profondamente africana dunque anche mia, nel senso pieno dell'appartenenza culturale. Un proverbio nella mia lingua dice: un pezzo di legno nel fiume non diventerà mai un coccodrillo, non importa quanto a lungo resterà nel fiume. Sono andato in Giamaica, siamo la stessa gente".

E cosa pensa della musica reggae oggi? Le piace la dancehall?"La diversità nel reggae è una cosa buona, e per paradosso preferisco che i ragazzi oggi ascoltino la dancehall piuttosto che dedicarsi alla violenza. Se un uomo non ha un lavoro e si guadagna il pane con la dancehall, cosa c'è di male? Conosco le critiche di Jimmy Cliff, ma non le condivido: io sono della vecchia scuola ma credo che la diversità ci renda più ricchi: ci vuole un Julio Iglesias che canta l'amore accanto a un gruppo heavy metal in fissa con i segnali demoniaci: non devono piacere a me, ma ci sarà qualcuno a cui piace. La possibilità di scelta è democratica".

Lei ha deciso di fare in concerto la cover di Wish You Were Here dei Pink Floyd in versione reggae, a chi vorrebbe dedicarla davvero? "A mia nonna, che mi ha cresciuto dopo che mia madre si era risposata che avevo undici anni. O la vorrei dedicare al mio amico Fulgence Cassie Roger, la persona che mi ha scoperto, un giornalista che lavorava alla televisione nazionale della Costa d'Avorio: era mio amico dai tempi in cui vivevamo entrambi nel ghetto e devo a lui la prima chance per poter fare questo mestiere, quando mi invitò in un programma che teneva in tv, avevo 29 anni. Oppure la potrei dedicare a tutte le persone care ai miei fan e che non ci sono più: molte di loro so che hanno amato la mia musica permettendomi di diventare chi sono oggi". 

Marley cosa ha rappresentato per lei?"Marley è ancora il sole nel firmamento del reggae, mi piace il suo messaggio, la sua consapevolezza, sono un suo fan. Al mausoleo che gli è dedicato a Nine mile a Kingston ho dormito per due notti sulla terrazza. Una volta a Ziggy ho detto: sai perché amo tuo padre? Perché mi ha dato un lavoro, lui ha spalancato il cancello per farmi entrare. Ci siamo fatti un sacco di risate".

E per l'Africa cosa spera, Alpha Blondy?"Dico innanzitutto che nel continente africano c'è una carenza di maturità politica. Contrariamente ai politici europei, la quasi totalità dei politici africani non si prepara negli studi per affrontare la carriera politica. Non ci si improvvisa, in questo. Non servono gli Stati Uniti d'Africa, ma i Cervelli uniti d'Africa: l'Unione africana deve organizzare tante borse di studio per brillanti studenti che vogliano studiare fisica, matematica, ingegneria e politica. Mandateli nelle università europee ad apprendere cosa è necessario e per costruire la vera democrazia in Africa".  fonte

Nessun commento:

Posta un commento