giovedì 28 maggio 2015

GRANDE ATTESA AL FESTIVAL PER IL REGGAE DEI SUD SOUND SYSTEM: DOMANI IL LIVE

di Massimiliano Leva fonte
Un gruppo a metà strada tra Giamaica e Salento, capace di sintetizzare il reggae con il dialetto pugliese sin dal nome: Sound System, l’appellativo con cui negli anni ’50 venivano chiamati i furgoni sui quali erano sistemate le casse in Giamaica, e Sud, forte simbolo di appartenenza. 
Oggi le tre S dei Sud Sound System, pugliesi doc, domani in concerto al Carroponte, sono una delle band italiane più affermate di questo genere, con un’intensa attività live. 
«Suoniamo tutti dal vivo, sempre. – raccontano loro. - Oggi ci sono anche i figli di chi ci seguiva dalla prima ora. La nostra musica è popolare: ci sono echi internazionali, giamaicani, ma anche il clima festoso che hanno ritmi della nostra terra come la pizzica e la taranta». Avete quindi spesso anche giovani in prima fila ai vostri concerti? «Ci sono anche loro, anzi abbiamo pensato proprio ai giovani quando abbiamo deciso di pubblicare il nostro best of lo scorso anno. Ormai i ragazzi si scambiano musica solo online, dimenticandosi il bello di scoprire un cd con tutto ciò che si può vedere e leggere: la grafica, le foto, i testi... Così pensavamo fosse bello il fatto che potessero riscoprire il supporto fisico e il booklet interno dove trovare un po’ di notizie». Dal vivo presenteranno qualche inedito relativo al prossimo disco, assieme al meglio dei loro brani di carriera. Con Milano hanno da sempre un rapporto profondo: il primo concerto fu al Leoncavallo nel 1989.

lunedì 18 maggio 2015

STAR DELL’AFRO-POP NIGERIANO A ROMA PER IL PRIMO AFRICAN MUSIC FESTIVAL

 di  .  Scritto  il  21 aprile 2015  alle  6:00.

Mette in scena uno dei più famosi interpreti della musica contemporanea africana, il nigeriano Iyanya, la prima edizione dell’African Music festival di Roma, in programma domenica 26 aprile al Blackout di Via Casilina.
Protagonista del genere afro-pop, il 28enne  Iyanya Onoyom Mbuk  – in arte Iyanya –  è simbolo di quell’Africa moderna ed emergente che sta guadagnando credibilità e successo in tutto il mondo. Nel 2008 il cantautore ha vinto il talent show Project Fame West Africa, il format africano di Star Academy, e ha raggiunto la fama mondiale con il singolo Kukere, nominata migliore canzone dell’anno ai Nigeria Entertainment Awards 2013.
̏Il pubblico musicale sta crescendo, e anche in Italia gli appassionati sono sempre più numerosi. Il genere ‘afro’ sta andando di moda, ma attraverso questo primo festival vogliamo promuovere non solo la musica, mettendo in primo piano cantanti e deejay di ogni parte dell’Africa, ma anche la cultura e lo scambio  ̎ ha spiegato a Infoafrica Henry Emehel, organizzatore dell’evento.
Prima potenza economica dell’Africa, la Nigeria è un vero contenitore di talenti per il palcoscenico audiovisivo. “Accanto a Hollywood e all’indiana Bollywood, c’è Nollywood, l’industria cinematografica nigeriana, un mercato milionario in continuo fermento“ precisa Emehel, un nigeriano da molti anni in Italia, dove s’impegna per la promozione della musica africana.
Oltre alla performance di Iyanya, l’African Music Festival – in collaborazione con Kizomba Romana – proporrà tra l’altro la sfilata di moda “New Africa“  promossa dall’ associazione culturale Ta Chance, coordinata da Mille Mode Una Moda, ed esibizioni di danza. fonte

Lion D, astro nascente della musica reggae italiana

Lion D, astro nascente della musica reggae italiana al 100Dieci cafè Eventi a Roma

La prima edizione del Pull Up Fridays, appuntamento che ha accompagnato gli invernali venerdì della movida perugina, sta volgendo al termine ed il sound pioniere I-Shence decide di chiudere la stagione con un ospite speciale.
Sabato 16 Maggio, sul palco del 100Dieci café, si esibirà la bandiera del reggae made in Italy: Lion D, il cantante rivelazione della scena musicale mondiale. La sua voce - che gli permette di padroneggiare il new roots, il dj style e la dancehall - fa sì che i suoi live riescano a coinvolgere un pubblico sempre più vasto, che rimane incantato dal suo talento.
Per l'occasione, Lion D presenterà il suo nuovo album 'Hertical Soul', registrato in Giamaica e prodotto da Mr. Alborosie in persona. Ad accompagnarlo, come sempre, ci sarà l'apprezzatissimo sound Bizzarri, che ricopre inoltre il ruolo importante etichetta discografica del panorama reggae italiano.
Il palco del 100Dieci vedrà inoltre alternarsi MadMike - Dj, producer, remixer e soprattutto caro amico degli instancabili ballerini perugini - e il giovanissimo Dj Duit, promessa della scena locale. In sala B, Mr. Drupy (NMK). A fare gli onori di casa, I-Shence sound.


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Vibronics e Mentor: avanti a tutto reggae

Esplosiva edizione di “ Festintenda”, a Chiasellis di Mortegliano. Questo weekend torna il festival musicale “all’aperto” più longevo e atteso di primavera in Friuli. Anche se batte numero 32, infatti, la kermesse organizzata dal circolo culturale Il Cantîr nell’ex area demaniale resta un palcoscenico privilegiato per il sound underground, nostrano e internazionale, di qualità declinato nelle sue più varie coniugazioni stilistiche.
Da mercoledì al 23 maggio, sempre dalle 21, si susseguiranno tre fine settimana di concerti che spazieranno tra rock, reggae e sonorità elettroniche per culminare in un grande finale punk con gli inglesi Discharge. Ma andiamo per ordine. A dare fuoco alla miccia domani saranno i Quintorigo e sabato gli americani Fuzztones: due straordinarie formazioni che ritornano sotto il tendone gialloblù e divideranno la scena con band locali di gran carattere.
L’annata 2015 di “ Festintenda” si apre nel segno del revival e della musica sperimentale. Domani, il primo appuntamento certamente stuzzicherà quanti ricordano ancora una performance spettacolare dei Quintorigo in terra friulana tanti anni fa.
E la band romagnola promette di non deludere. Sul palco di Chiasiellis torna con un nuovo progetto musicale, in cui ripercorre i pezzi di alcuni dei grandi nomi del passato reinterpretandoli secondo il suo stile unico e innovativo: al pubblico proporrà l’Experience di Jimi Hendrix.
Il via alla serata, però, sarà dato da I Salici, formazione isontina decisamente interessante, che intreccia sonorità folk psichedeliche alla musica medievale e a sperimentazioni jazz. Sabato sarà il garage rock a farla da padrone con quattro band sotto i riflettori. Si parte con La Dolce Vita, gruppo che nasce dalle ceneri degli Hydra e unisce il rock a contaminazione elettroniche in una dimensione live originale e interattiva. Poi, toccherà al sound garage dei codroipesi Sextress e degli eclettici veneti Sultan Bathery.
Dulcis in fundo sarà il gran ritorno dei Fuzztones, la storica band newyorkese di Rudi Protrudi che con il suo suono grezzo e veloce ha influenzato le band che gravitano attorno al garage e al punk. Il cartellone del secondo weekend, invece, dà spazio assoluto al reggae e alle sue contaminazioni più attuali, che faranno esplodere la voglia di ballare al ritmo dei britannici Vibronics (15 maggio), degli Anima Caribe e del giamaicano Ishia Mentor (16 maggio).
La kermesse si concluderà con due serate imperdibili. Venerdì 22 maggio, irromperà l’onda musicale made in Friuli con le performance delle band Jar of Bones, Gang of Bang e Party Animals. Ma l’appuntamento finale (il 23 maggio) vedrà una vera e proprio “Punk Invasion Fest”, di cui i britannici Discharge saranno la punta di diamante. Pionieri del D-Beat ed esponenti imprescindibili dell’hardcore punk e del punk metal, oltre che ispiratori del crossover thrash, faranno assaporare la filosofia punk più viscerale e genuina. Sul palco, salirà anche la storica band udinese Eu’s Arse. fonte

L’uomo che inventò il reggae

Persino il presidente Obama nel suo viaggio in Giamaica non ha potuto fare a meno di visitare il suo museo. E sulla soglia d’ingresso ha ammesso: «Ho tutti i suoi dischi».
D’altronde Bob Marley con i suoi Wailers non è stato solo uno dei più influenti musicisti del ’900 (avendo codificato una volta per tutte la musica reggae) ma si è trasformato anche in una vera e propria guida politica e religiosa. L’appartenenza al Rastafarianesimo lo collocò subito in una dimensione spirituale. La sua musica e i testi che veicolava erano dedicati alla lotta contro l’oppressione politica e razziale e all’invito all’unificazione dei popoli di colore come unico modo per raggiungere la libertà e l’uguaglianza.
Nelle battaglie fu sempre impegnato in prima linea. Come accadde nel dicembre del 1976, tre giorni prima di «Smile Jamaica», un concerto organizzato dal primo ministro giamaicano Micheal Manley allo scopo di alleggerire le tensioni tra i due gruppi politici in guerra.
Tre giorni prima dell’evento Bob, la moglie Rita e il loro manager Don Taylor subirono un attacco da parte di un gruppo armato composto da ignoti nella residenza del musicista. Marley riportò solo lievi ferite al petto e al braccio. Il concerto si tenne ugualmente e quando gli fu chiesto perché avesse cantato egli rispose: «Perché le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero...Come potrei farlo io?!».
Oltre alla musica e alla lotta contro le forme di oppressione, Marley aveva un’altra grande passione: il calcio. E fu proprio questa la passione che gli costò la vita. Durante una partita amatoriale, infatti, si ferì all’alluce e non si curò a dovere. In occasione di una partita successiva l’unghia si staccò definitivamente. Solo a quel punto fu fatta la corretta diagnosi: melanoma maligno che cresceva sotto l’unghia. Da alcuni medici gli fu consigliato di amputare l’alluce, da altri solo il letto dell’unghia. Marley scelse la seconda opzione ma il melanoma non fu curato del tutto e progredì.
Dopo aver concluso una tournée trionfale nell’estate del 1980 (storico il concerto allo stadio San Siro di Milano), Marley tornò negli Stati Uniti e portò a termine le prime date del programma. Dopo due concerti al Madison Square Garden di New York, però, ebbe un collasso facendo jogging al Central Park. Preoccupato per l’accaduto andò a Monaco per un consulto dal dottor Josef Issels, specializzato nel trattamento di malattie in fase terminale. La diagnosi fu drastica: il cancro si era sviluppato e non si poteva più curare.
Un ulteriore peggioramento si avvertì nel volo di ritorno dalla Germania tanto che l’aereo fu deviato verso Miami, in Florida, dove il musicista venne ricoverato presso il Cedar of Lebanon Hospital. Lì morì la mattina dell’11 maggio 1981. Esattamente 34 anni fa.
Marley lasciò tredici figli: tre da sua moglie Rita, due adottati da relazioni precedenti di Rita e altri otto da rapporti con donne da cui si è poi separato. Sul letto di morte disse a Ziggy: «Money can’t buy life» («I soldi non possono comprare la vita»). Il suo testamento spirituale, però, è in «Redemption Song», brano contenuto nell’ultimo «Uprising»: «Emancipate voi stessi dalla schiavitù mentale, nessuno a parte noi stessi può liberare la nostra mente...».
Carlo Antini fonte