lunedì 13 luglio 2015

TOP 10 REGGAE ALBUM LUGLIO 2015

Prima o poi dovrà accadere, ma per questo mese soprassediamo. E così a guardare dall’alto verso il basso gli album è ancora una volta “Ancient Future” di Protoje, in attesa di un disco che possa prendere il suo posto in cima al podio.
Da questo mese la Top 10 Reggae Album accoglierà anche gli ep, così da dare spazio a lavori discografici interessanti. Arrivano da questo fronte le principali novità della chart di luglio, a partire dal nuovo ingresso direttamente in terza posizione di “Still Pushing” di Randy Valentine, mentre a completare il podio ci pensa il portoghese Richie Campbell e il suo “In 876″.
Protagoniste le donne nella parte finale della classifica con Treesha e Alaine, rispettivamente con “Listen” e “Ten Of Hearts”.
















PROTOJE: A ROMA E’ “ANCIENT FUTURE TOUR”

La calda estate romana prosegue nel nome della grande musica jamaicana. Il prossimo evento che gli appassionati non devono assolutamente perdere, è fissato per il 16 luglio quando a salire sul palco della Città dell’Altra Economia, sarà Protoje e la sua Indiggnation band.
Presente anche Sevana, giovane interessante vocalist scoperta e lanciata dall’artista jamaicano.
In questi anni la massive italiana ha imparato a conosce Protoje, artefice insieme ad altri compagni di viaggio, di una musica reggae che torna nuovamente protagonista con tutta la sua forza musicale ed espressiva.
Il biglietto da visita è il celebrato album “Ancient Future” e il carico di vibrazioni che porta in esso, con Protoje pronto a proporre dal vivo molti dei brani in esso contenuti, da “Who Knows” a “Answer To Your Name”, da “Stylin” a “Sudden Flight”. Lo stesso Protoje definisce questo terzo album in cinque anni, il suo migliore lavoro discografico.
Protoje prosegue dunque il suo lunghissimo “Ancient Future Tour”, che andrà avanti fino al mese di dicembre, il che la dice lunga su quanto questo artista sia richiesto in ogni parte del mondo.
In concerto Protoje propone anche altre canzoni simbolo del suo repertorio quali “Resist Not Evil”, “Kingston Be Wise”, “Rasta Love” e “This Is Not A Marijuana Song”.
Protoje ha annunciato che tutti i brani di “Ancient Future” diventeranno video e che il prossimo sarà “Criminal”.
Per maggiori informazioni sul concerto di giovedì 16 luglio:

giovedì 28 maggio 2015

GRANDE ATTESA AL FESTIVAL PER IL REGGAE DEI SUD SOUND SYSTEM: DOMANI IL LIVE

di Massimiliano Leva fonte
Un gruppo a metà strada tra Giamaica e Salento, capace di sintetizzare il reggae con il dialetto pugliese sin dal nome: Sound System, l’appellativo con cui negli anni ’50 venivano chiamati i furgoni sui quali erano sistemate le casse in Giamaica, e Sud, forte simbolo di appartenenza. 
Oggi le tre S dei Sud Sound System, pugliesi doc, domani in concerto al Carroponte, sono una delle band italiane più affermate di questo genere, con un’intensa attività live. 
«Suoniamo tutti dal vivo, sempre. – raccontano loro. - Oggi ci sono anche i figli di chi ci seguiva dalla prima ora. La nostra musica è popolare: ci sono echi internazionali, giamaicani, ma anche il clima festoso che hanno ritmi della nostra terra come la pizzica e la taranta». Avete quindi spesso anche giovani in prima fila ai vostri concerti? «Ci sono anche loro, anzi abbiamo pensato proprio ai giovani quando abbiamo deciso di pubblicare il nostro best of lo scorso anno. Ormai i ragazzi si scambiano musica solo online, dimenticandosi il bello di scoprire un cd con tutto ciò che si può vedere e leggere: la grafica, le foto, i testi... Così pensavamo fosse bello il fatto che potessero riscoprire il supporto fisico e il booklet interno dove trovare un po’ di notizie». Dal vivo presenteranno qualche inedito relativo al prossimo disco, assieme al meglio dei loro brani di carriera. Con Milano hanno da sempre un rapporto profondo: il primo concerto fu al Leoncavallo nel 1989.

lunedì 18 maggio 2015

STAR DELL’AFRO-POP NIGERIANO A ROMA PER IL PRIMO AFRICAN MUSIC FESTIVAL

 di  .  Scritto  il  21 aprile 2015  alle  6:00.

Mette in scena uno dei più famosi interpreti della musica contemporanea africana, il nigeriano Iyanya, la prima edizione dell’African Music festival di Roma, in programma domenica 26 aprile al Blackout di Via Casilina.
Protagonista del genere afro-pop, il 28enne  Iyanya Onoyom Mbuk  – in arte Iyanya –  è simbolo di quell’Africa moderna ed emergente che sta guadagnando credibilità e successo in tutto il mondo. Nel 2008 il cantautore ha vinto il talent show Project Fame West Africa, il format africano di Star Academy, e ha raggiunto la fama mondiale con il singolo Kukere, nominata migliore canzone dell’anno ai Nigeria Entertainment Awards 2013.
̏Il pubblico musicale sta crescendo, e anche in Italia gli appassionati sono sempre più numerosi. Il genere ‘afro’ sta andando di moda, ma attraverso questo primo festival vogliamo promuovere non solo la musica, mettendo in primo piano cantanti e deejay di ogni parte dell’Africa, ma anche la cultura e lo scambio  ̎ ha spiegato a Infoafrica Henry Emehel, organizzatore dell’evento.
Prima potenza economica dell’Africa, la Nigeria è un vero contenitore di talenti per il palcoscenico audiovisivo. “Accanto a Hollywood e all’indiana Bollywood, c’è Nollywood, l’industria cinematografica nigeriana, un mercato milionario in continuo fermento“ precisa Emehel, un nigeriano da molti anni in Italia, dove s’impegna per la promozione della musica africana.
Oltre alla performance di Iyanya, l’African Music Festival – in collaborazione con Kizomba Romana – proporrà tra l’altro la sfilata di moda “New Africa“  promossa dall’ associazione culturale Ta Chance, coordinata da Mille Mode Una Moda, ed esibizioni di danza. fonte

Lion D, astro nascente della musica reggae italiana

Lion D, astro nascente della musica reggae italiana al 100Dieci cafè Eventi a Roma

La prima edizione del Pull Up Fridays, appuntamento che ha accompagnato gli invernali venerdì della movida perugina, sta volgendo al termine ed il sound pioniere I-Shence decide di chiudere la stagione con un ospite speciale.
Sabato 16 Maggio, sul palco del 100Dieci café, si esibirà la bandiera del reggae made in Italy: Lion D, il cantante rivelazione della scena musicale mondiale. La sua voce - che gli permette di padroneggiare il new roots, il dj style e la dancehall - fa sì che i suoi live riescano a coinvolgere un pubblico sempre più vasto, che rimane incantato dal suo talento.
Per l'occasione, Lion D presenterà il suo nuovo album 'Hertical Soul', registrato in Giamaica e prodotto da Mr. Alborosie in persona. Ad accompagnarlo, come sempre, ci sarà l'apprezzatissimo sound Bizzarri, che ricopre inoltre il ruolo importante etichetta discografica del panorama reggae italiano.
Il palco del 100Dieci vedrà inoltre alternarsi MadMike - Dj, producer, remixer e soprattutto caro amico degli instancabili ballerini perugini - e il giovanissimo Dj Duit, promessa della scena locale. In sala B, Mr. Drupy (NMK). A fare gli onori di casa, I-Shence sound.


Potrebbe interessarti:http://www.perugiatoday.it/eventi/concerti/i-shence-presenta-lion-d-100-dieci-perugia-16-maggio.html
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Vibronics e Mentor: avanti a tutto reggae

Esplosiva edizione di “ Festintenda”, a Chiasellis di Mortegliano. Questo weekend torna il festival musicale “all’aperto” più longevo e atteso di primavera in Friuli. Anche se batte numero 32, infatti, la kermesse organizzata dal circolo culturale Il Cantîr nell’ex area demaniale resta un palcoscenico privilegiato per il sound underground, nostrano e internazionale, di qualità declinato nelle sue più varie coniugazioni stilistiche.
Da mercoledì al 23 maggio, sempre dalle 21, si susseguiranno tre fine settimana di concerti che spazieranno tra rock, reggae e sonorità elettroniche per culminare in un grande finale punk con gli inglesi Discharge. Ma andiamo per ordine. A dare fuoco alla miccia domani saranno i Quintorigo e sabato gli americani Fuzztones: due straordinarie formazioni che ritornano sotto il tendone gialloblù e divideranno la scena con band locali di gran carattere.
L’annata 2015 di “ Festintenda” si apre nel segno del revival e della musica sperimentale. Domani, il primo appuntamento certamente stuzzicherà quanti ricordano ancora una performance spettacolare dei Quintorigo in terra friulana tanti anni fa.
E la band romagnola promette di non deludere. Sul palco di Chiasiellis torna con un nuovo progetto musicale, in cui ripercorre i pezzi di alcuni dei grandi nomi del passato reinterpretandoli secondo il suo stile unico e innovativo: al pubblico proporrà l’Experience di Jimi Hendrix.
Il via alla serata, però, sarà dato da I Salici, formazione isontina decisamente interessante, che intreccia sonorità folk psichedeliche alla musica medievale e a sperimentazioni jazz. Sabato sarà il garage rock a farla da padrone con quattro band sotto i riflettori. Si parte con La Dolce Vita, gruppo che nasce dalle ceneri degli Hydra e unisce il rock a contaminazione elettroniche in una dimensione live originale e interattiva. Poi, toccherà al sound garage dei codroipesi Sextress e degli eclettici veneti Sultan Bathery.
Dulcis in fundo sarà il gran ritorno dei Fuzztones, la storica band newyorkese di Rudi Protrudi che con il suo suono grezzo e veloce ha influenzato le band che gravitano attorno al garage e al punk. Il cartellone del secondo weekend, invece, dà spazio assoluto al reggae e alle sue contaminazioni più attuali, che faranno esplodere la voglia di ballare al ritmo dei britannici Vibronics (15 maggio), degli Anima Caribe e del giamaicano Ishia Mentor (16 maggio).
La kermesse si concluderà con due serate imperdibili. Venerdì 22 maggio, irromperà l’onda musicale made in Friuli con le performance delle band Jar of Bones, Gang of Bang e Party Animals. Ma l’appuntamento finale (il 23 maggio) vedrà una vera e proprio “Punk Invasion Fest”, di cui i britannici Discharge saranno la punta di diamante. Pionieri del D-Beat ed esponenti imprescindibili dell’hardcore punk e del punk metal, oltre che ispiratori del crossover thrash, faranno assaporare la filosofia punk più viscerale e genuina. Sul palco, salirà anche la storica band udinese Eu’s Arse. fonte

L’uomo che inventò il reggae

Persino il presidente Obama nel suo viaggio in Giamaica non ha potuto fare a meno di visitare il suo museo. E sulla soglia d’ingresso ha ammesso: «Ho tutti i suoi dischi».
D’altronde Bob Marley con i suoi Wailers non è stato solo uno dei più influenti musicisti del ’900 (avendo codificato una volta per tutte la musica reggae) ma si è trasformato anche in una vera e propria guida politica e religiosa. L’appartenenza al Rastafarianesimo lo collocò subito in una dimensione spirituale. La sua musica e i testi che veicolava erano dedicati alla lotta contro l’oppressione politica e razziale e all’invito all’unificazione dei popoli di colore come unico modo per raggiungere la libertà e l’uguaglianza.
Nelle battaglie fu sempre impegnato in prima linea. Come accadde nel dicembre del 1976, tre giorni prima di «Smile Jamaica», un concerto organizzato dal primo ministro giamaicano Micheal Manley allo scopo di alleggerire le tensioni tra i due gruppi politici in guerra.
Tre giorni prima dell’evento Bob, la moglie Rita e il loro manager Don Taylor subirono un attacco da parte di un gruppo armato composto da ignoti nella residenza del musicista. Marley riportò solo lievi ferite al petto e al braccio. Il concerto si tenne ugualmente e quando gli fu chiesto perché avesse cantato egli rispose: «Perché le persone che cercano di far diventare peggiore questo mondo non si concedono un giorno libero...Come potrei farlo io?!».
Oltre alla musica e alla lotta contro le forme di oppressione, Marley aveva un’altra grande passione: il calcio. E fu proprio questa la passione che gli costò la vita. Durante una partita amatoriale, infatti, si ferì all’alluce e non si curò a dovere. In occasione di una partita successiva l’unghia si staccò definitivamente. Solo a quel punto fu fatta la corretta diagnosi: melanoma maligno che cresceva sotto l’unghia. Da alcuni medici gli fu consigliato di amputare l’alluce, da altri solo il letto dell’unghia. Marley scelse la seconda opzione ma il melanoma non fu curato del tutto e progredì.
Dopo aver concluso una tournée trionfale nell’estate del 1980 (storico il concerto allo stadio San Siro di Milano), Marley tornò negli Stati Uniti e portò a termine le prime date del programma. Dopo due concerti al Madison Square Garden di New York, però, ebbe un collasso facendo jogging al Central Park. Preoccupato per l’accaduto andò a Monaco per un consulto dal dottor Josef Issels, specializzato nel trattamento di malattie in fase terminale. La diagnosi fu drastica: il cancro si era sviluppato e non si poteva più curare.
Un ulteriore peggioramento si avvertì nel volo di ritorno dalla Germania tanto che l’aereo fu deviato verso Miami, in Florida, dove il musicista venne ricoverato presso il Cedar of Lebanon Hospital. Lì morì la mattina dell’11 maggio 1981. Esattamente 34 anni fa.
Marley lasciò tredici figli: tre da sua moglie Rita, due adottati da relazioni precedenti di Rita e altri otto da rapporti con donne da cui si è poi separato. Sul letto di morte disse a Ziggy: «Money can’t buy life» («I soldi non possono comprare la vita»). Il suo testamento spirituale, però, è in «Redemption Song», brano contenuto nell’ultimo «Uprising»: «Emancipate voi stessi dalla schiavitù mentale, nessuno a parte noi stessi può liberare la nostra mente...».
Carlo Antini fonte

lunedì 23 marzo 2015

BOB MARLEY PENSIERO

« Il reggae diventerà una forma di lotta, se non è già accaduto. È la musica del Terzo Mondo. Non devi cercare di capirla in un solo giorno ma prenderla un po' per volta e lasciare che cresca dentro di te. »
Bob Marley

PETER TOSH

Peter Tosh, vero nome Winston Hubert McIntosh (Westmoreland, 9 ottobre 1944 –Kingston11 settembre 1987), è stato un artistacantantechitarrista reggae giamaicano.
Trascorre infanzia e giovinezza nello slum di Trenchtown a Kingston. Si dice di lui che avesse un carattere scontroso, quasi militante, come testimoniato dal suo soprannome Stepping Razor; leggenda e realtà lo voglion pure esperto di arti marziali: un carattere dunque diverso da Bob Marley con il quale, nonostante ciò, condivise l'inizio della sua carriera con i Wailers.
Suonava molto bene la chitarra ed aveva una voce naturale dalla timbrica molto scura, bassa ma estesa, che gli permetteva di eccellere anche nel falsetto. Nel periodo Wailers scrisse, con Bob Marley e Bunny Wailer, canzoni come Get up Stand up, dove è celebre la sua terza strofa. Quando i Wailers iniziarono ad uscire dalla Giamaica, ovvero dopo i primi due album prodotti dalla Island (Catch a Fire e Burnin'), Peter Tosh abbandona il progetto Wailers per portare avanti una carriera da solista, la cui canzone più rappresentativa sarà Legalize it, canzone antiproibizionista che tratta dei poteri curativi della marijuana da un punto di vista medico e rastafariano. Lo imita anche Bunny Wailer. I tre però continueranno ancora a collaborare nei rispettivi lavori. FONTE

Programma Notte Bianca Firenze 30 aprile 2015

Programma Notte Bianca Firenze 30 aprile 2015

IL PROGRAMMA VERRA' AGGIORNATO DOPO LA DEFINIZIONE DELLE INIZIATIVE
‘The Black Night’, punterà a riaffermare la sostenibilità della musica dal vivo nel contesto cittadino. Tra tutte le musiche, prediligerà quelle che hanno in sé una componente ‘nera’, intesa come riferimento a quella matrice che ha dato origine al blues come al jazz, al rock come al funky, al gospel come al reggae. ‘Black’ vuol dire anche etnico, ricerca delle origini e delle tradizioni, di una cultura della convivenza.
La nuova edizione oltre alla musica desidera affrontare anche altre tematiche: le attività per bambini, la valorizzazione delle abilità artigianali, il tema dell’Oltrarno, la valorizzazione delle periferie e dei luoghi meno conosciuti della città, il riuso temporaneo di spazi dismessi, il libro e le librerie.
I progetti che saranno proposti per partecipare alla Notte Bianca potranno interessare il tema principale sia quelle collaterali, preferibilmente intrecciandole tra loro; dovranno coinvolgere e intrattenere il maggiore numero di persone in un’ottica di esperienza condivisa e trovare nei linguaggi musicali e dell’arte in generale una guida alla scoperta dei luoghi. Inoltre, non potranno prescindere dalle seguenti qualità: impatto spettacolare, innovazione e originalità, contemporaneità del linguaggio e pertinenza al tema.
Tutte le proposte dovranno corrispondere ai requisiti realizzativi a norma di legge per quanto concerne la sicurezza individuale e collettiva e dovranno essere prive di messaggi che possano risultare volgari e offensivi. Per quanto riguarda le proposte musicali, invece, saranno valutate in maniera preferenziale quelle che rientreranno nel novero delle procedure di semplificazione emanate dal Comune di Firenze per i concerti di capienza inferiore alle 200 persone.
I progetti artistici dovranno pervenire entro e non oltre le 13 di martedì 31 all’indirizzo e-mail segreteria@nottebiancafirenze.it.
Per info e per presentare i progetti cliccare su www.nottebiancafirenze.it.
Le iniziative dovranno essere concepite in stretta relazione con lo spazio cittadino, non necessariamente all’aperto, nell’ottica di un utilizzo creativo, sostenibile e responsabile di spazi e tempi. La ‘Black Night’ si propone di utilizzare molti luoghi simbolici, soprattutto quelli meno conosciuti e meno usati, affinché la Notte diventi anche un momento di forte conoscenza del territorio. Allo stesso tempo l’idea è anche quella di un luogo inclusivo, socialmente responsabile e che manifesti cura per gli spazi e le persone che li abitano. La Notte Bianca identificherà zone di partenza e veri e propri itinerari che il pubblico seguirà lungo una cartina
Da domani poi saranno attivi anche i profili social:
https://www.facebook.com/pages/Notte-Bianca-Firenze/234962659979631
https://twitter.com/NotteBiancaFi
L’hashtag è #nottebiancafirenze
Per informazioni generali inviare una mail a info@nottebiancafirenze.it
Per informazioni relative alla presentazione dei progetti artistici scrivere a segreteria@nottebiancafirenze.it oppure telefonare allo 055 2768203 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle17


In vacanza a lavorare gratis, boom campi di volontariato per organizzare festival

Festival che passione! Fra gli italiani che scelgono di fare vacanze alternative e solidali in un campo di lavoro - sono circa 20mila all'anno quelli inseriti nella rete internazionale di volontariato - l'esperienza più amata e richiesta è proprio quella legata all'organizzazione dei festival in Italia e all'estero. Due o tre settimane in cui i partecipanti, lavorano alla preparazione e alla gestione dell'evento, scoprendo un paese nuovo, la sua cultura e la sua gente, e soprattutto condividendo la propria passione con altri volontari, in un'occasione unica di scambio interculturale.
Fatica e divertimento dedicati a campagne di sensibilizzazione, così come allo sport preferito, a danza, musica, arte, ambiente o alle tradizioni locali. E ce n'è per tutti i gusti: si va dal festival di musica eclettica in un villaggio medievale in Francia, a quello di fumetti a Roma, dal festival di musiche folk della Vallonia in Belgio a quello enogastronomico sull'Aglianico in Basilicata, fino alla festa reggae antirazzista a Marzabotto.
"Ciò che rende attrattivo questo genere di campi di lavoro è proprio l'atmosfera che c'è nei festival, l'idea di lavorare dietro le quinte, il contatto con gli artisti, lo scambio culturale e l'esperienza legata a passioni e interessi comuni, ma anche la possibilità di trovare nuovi amici e, perchè no, di avere il badge dello staff: insomma di sentirsi utili e parte integrante di un evento", spiega all'Adnkronos Marcello Mariuzzo, coordinatore Programmi internazionali di 'Lunaria' , associazione che invia ogni anno circa 400 giovani volontari italiani in campi all’estero e accoglie altrettanti volontari stranieri in Italia.
Non solo. "I campi di lavoro - spiega ancora Mariuzzo - oltre a rappresentare un'esperienza internazionale significativa di formazione e impegno collettivo, scoperta, amicizia e divertimento, sono anche uno dei modi più economici di trascorrere una vacanza. A parte l'iscrizione e le spese di viaggio, infatti, tutto il resto, vitto, alloggio, assicurazione sul lavoro (infortunio, responsabilità civile e malattia) è a carico dell'organizzazione ospitante".
E se negli ultimi anni è cresciuto l'interesse così come la partecipazione ai campi di lavoro, anche il fattore economico ha avuto la sua parte. "In tempi di crisi - sottolinea il coordinatore Programmi internazionali di 'Lunaria' - molte famiglie hanno sostituito magari la vacanza studio all'estero con un'esperienza internazionale 'solidale' che oltre ad essere low cost e divertente ha anche un aspetto etico e formativo ed è sicuramente un'occasione per allargare i propri orizzonti", commenta Mariuzzo, riferendo che in 4 anni Lunaria ha registrato un aumento di quasi 100 partecipanti all'anno, con un +15-20%.
Ma se l'età media dei partecipanti ai campi di lavoro è di 24 anni, "ci contattano sempre più spesso anche persone più grandi, soprattutto per progetti nel Sud del mondo", spiega il responsabile di Lunaria, precisando che "si tratta di volontariato e non di aiuto umanitario". Si tratta prevalentemente di lavori materiali - per esempio sistemare o ristrutturare scuole in Africa - guidati da un volontario esperto. "Recentemente nella fascia di età meno giovane - conclude - abbiamo ricevuto molte richieste di partire con un gruppo di volontari italiani. Per questo, anche se normalmente le iniziative di volontariato all’estero coinvolgono gruppi di partecipanti da tutto il mondo, abbiamo organizzato progetti in Uganda e Kenia con partenze di gruppo". fonte



mercoledì 11 febbraio 2015

AFROMIX DJ NELLO


Sanremo 2015, Serena Brancale: “La musica non vi emoziona più? Ci penso io”

Serena Brancale è una delle cantanti che ritroveremo tra le Nuove Propostedel 65esimo Festival di Sanremo(QUI la lista completa dei giovani in gara). Anche lei, come ci hanno confidato anche gli altri concorrentiChanty e Enrico Nigiotti, si dicetranquilla, pronta ad affrontare il palco dell’Ariston con il massimo dellaserenità. Possibile che questo festivalnon faccia un po’ paura a nessunodei suoi concorrenti più giovani?
Sembra di no, il che fa sperare di poter vedere, tra il 10 ed il 14 febbraio, perfromance all’insegna del divertimento e della buona musica, più che della competizione.Pugliese, nata a Bari il 4 maggio 1989, Serena si è dedicata allo studio di pianoforte e violino sin da bambina. Il suo pezzo sanremese è Galleggiare. Ecco cosa ci racconta a pochi giorni dall’inizio della kermesse.
Come ti senti? ormai ci siamo sul serio…
Mi sento…serena. Ho appena finito la prova dei vestiti, tutto è pronto e sono rilassata. Certo, è un periodo particolare della mia vita: ricevo telefonate, interviste, mi stanco tanto ma in linea generale sono tranquilla.
Come sono andate le prove sul palco?
Non immaginavo di avere a che fare con professionisti così disponibili dal lato umano, una cosa che ti permette di dare il meglio. Le prove mi hanno fatto sentire davvero felice.
Tu provieni da un percorso più “canonico”, non vieni da un talent, ti sei dedicata al jazz, non sei propriamente pop. Non hai paura che possa in qualche modo danneggiarti, un festival che privilegia la musica più “popolare”?
No, voglio mantenere lo spirito che ho sempre quando salgo sul palco: voglio divertirmi e far divertire. Riguardarmi, tra qualche tempo, e pensare: “Ero rilassata!”. Ho25 anni, ma ho già fatto tanti concerti, che spero siano i primi di una lunga serie. Mi sto laureando in campo jazz e sì, ho provato a qualche talent ma non ce l’ho fatta, non c’è problema, sono tranquilla anche in questo senso. 
Con te avrai accanto un gruppo di musicisti che sono anche amici però, non è vero?
Sì, una cosa che ho voluto fortemente. Mi ha meravigliato come mi sia stata lasciata voce in capitolo: ho potuto decidere come eseguire Galleggiare, ho potuto scegliere di portare sul palco con me i compagni di viaggio che mi hanno sempre sostenuto (Mimmo Campanale alla batteria, Peppe Fortunato alla tastiera e Luca Alemanno al contrabbasso n.d.r). Poi ho voluto Carolina Bubbico come arrangiatrice perché è l’amica di sempre, suoniamo insieme da anni e con lei condivido l’amore per la musica.
Aggiungiamo: Carolina tra l’altro sarà la quarta donna a salire sul podio dei direttori d’orchestra in 65 edizioni del festival, in un mondo dominato generalmente da colleghi uomini e dirigerà inoltre non solo l’amica Serena ma anche Il Volo, il trio in gara tra i Big.
Quali sono le reazioni degli amici e della famiglia a casa?
Mi vedono calma e lo sono davvero, anche se avverto un po’ di stanchezza: da quando ho saputo che ero dentro la vita è cambiata. La gente vuole sapere tutto ed è bello rispondere, ma se lo fai sempre rischi di perdere la voce! – Ride – La mia famiglia è molto discreta, tra l’altro ho provato ad entrare a X-Factor, in passato, ma non ce l’ho fatta, perciò anche loro sanno cosa vuol dire la delusione e rimangono con i piedi per terra.
Com’è nato Galleggiare?
E’ uno dei primi brani che ho scritto, parla d’amore ma ne parlo come se scrivessi un diario segreto, quindi è un testo molto intimo. Ma è anche è una metafora della vita: l’ho scritto a vent’anni e mi piace pensare a quel periodo in cui ero anche un po’ indecisa sul mio percorso artistico. Rimanere a galla, non prendere una decisione, rimanere in bilico…sono parole che non riguardano solo l’amore.
Parlaci dell’album omonimo.
E’ come se fosse il mio primo figlio! Doveva uscire 3 anni fa, raccoglie musica afro-americana, r&b, ballad, ma anche molto altro. E’ molto “colorato” e sono contenta perchémi piace la musica a 360 gradi, mi piace sperimentare. Uscirà durante Sanremo, il 12 febbraio. Per i concerti, invece, è ancora tutto da definire.
Ci sono artiste a cui ti sei ispirata?
Sopratutto cantanti americane, ma in adolescenza ho seguito anche molto De Crescenzo, Pino Daniele, Fabio Concato.
Cosa ti aspetti da Sanremo?
Spero che venga divulgato il disco, che piaccia. Spero di raccogliere giudizi costruttivi, non necessariamente positivi. Inoltre vorrei divertirmi, prendere questa esperienza come uno stimolo.
Come ti sei trovata con gli altri giovani, da quanto ci hanno raccontato anche gli altri cantanti in gara sembra esserci un bel clima.
Sì, non c’è competizione: tutti vogliono fare il proprio lavoro e non ci guardiamo con aria di sfida
Che musica ascolti?
Principalmente musica americana, r&b, soul…abbastanza “di nicchia”, comunque.
C’è un messaggio che vorresti mandare a chi ti vedrà al festival?
Più che altro faccio un augurio a me stessa: cantare Galleggiare con lo spirito di quando l’ho scritta. E’ una canzone che mi emoziona quando la canto e se riesco a emozionarmi io riesco a emozionare anche gli altri. Il vero cantautore ti tocca e ultimamente mi sembra che non ci riesca più nessuno. Serve anche un po’ di poesia, invece sento tanta musica radiofonica fine a se stessa. Quindi spero di sorridere sul palco, essere rilassata e cercare di essere capita e compresa quando racconterò alcune cose. Vorrei riuscire a toccare gli animi. fonte
Serena Brancale: "I nuovi cantautori non emozionano nessuno...io spero di farlo" [FOTO/VIDEO]

Brasile. Parte il carnevale di Salvador dedicato a 30 anni di ritmo ”axe”’

BRASILE, SALVADOR -In attesa del più famoso carnevale di Rio de Janeiro, al via nel fine settimana, è già tempo di festa e sfilate allegoriche a Salvador.
La  capitale di Bahia inizia mercoledi  le scatenate commemorazioni, stavolta dedicate ai 30 anni di  ”axe”’, un ritmo afro-caraibico che nella regione è più amato perfino della samba.
Ad aprire le danze sarà il cantante Luiz Caldas, creatore dell”axe”’ music. Ma sono attese partecipazioni speciali di altri noti artisti come Daniela Mercury, Bell Marques, Carlinhos Brown, Claudia Leitte, Anitta e Ivete Sangalo. fonte

Alpha Blondy: "Suono il reggae perché è musica d'Africa"

Il leone del reggae africano è tornato a ruggire in Italia. Tra i primi, nel continente nero, a dedicarsi alla musica in levare nata in Giamaica, Alpha Blondy ha raggiunto fama e credibilità paragonabile con quella dei colleghi giamaicani, da Bob Marley a Peter Tosh, a Burning Spear. E grazie al successo dei suoi primi album Jah GloryCocody Rock eApartheid is Nazism per lui si sono aperte le porte dei Tuff Gong Studios fondati da Marley a Kingston, in Giamaica, in cui Alpha Blondy registrò Jerusalem, pietra miliare della sua carriera, prodotto dai Wailers. Il leone del reggae africano ha appena concluso un tour di quattro date in Italia: lo abbiamo incontrato dopo il concerto alla rassegna Eutropia di Roma.
 

Da Jerusalem ad oggi il suo messaggio di pace non è cambiato, eppure i focolai di guerra non solo non diminuiscono ma aumentano, è ormai guerra anche in Palestina."Sì, il mio messaggio resta lo stesso perché restano gli stessi problemi. Amnesty International e le altre agenzie internazionali parlano di diritti umani, ma come può la gente civilizzata non fermare la guerra, vogliono davvero la pace? lo ne dubito, per questo cerco di sensibilizzare i miei fan, perché un giorno qualcuno di loro diventi un grande politico e inneschi il processo di pace. La guerra è illegale. Si impegnano di più per difendere gli elefanti o gli animali selvatici che per difendere l'essere umano. Guardate Israele e la Palestina, sono 70 anni che si combattono, quante generazioni si sono succedute in 70 anni? Quante altre devono essere sacrificate? Cosa fa la comunità internazionale?".

Le guerre del Medio Oriente sono quasi sempre condotte in nome di una religione."Dio è solo una teoria: il profeta Maometto disse che la gente del libro dev'essere una, un musulmano non deve uccidere un cristiano perché fa anche lui parte del popolo del libro, e non deve uccidere un ebreo per lo stesso motivo. Lo stesso devono fare gli altri nei confronti del musulmano. Le tre religioni sono monoteiste, guardano allo stesso Dio. In una mia canzone dico che Allah, Maometto e Gesù non devono essere coinvolti nella guerra". 

La musica può aiutare in questo messaggio di pace?"Le canzoni almeno usano le parole non le armi, per questo continuo a cantare la pace".

Perché quando iniziò negli anni 70 scelse di fare musica reggae?"Perché la musica reggae è parte della cultura africana, anche i giamaicani sono africani. Non a caso hanno bisogno di definirsi prima africani, che siano in America, in Giamaica o in Martinica. Sentii la musica reggae come profondamente africana dunque anche mia, nel senso pieno dell'appartenenza culturale. Un proverbio nella mia lingua dice: un pezzo di legno nel fiume non diventerà mai un coccodrillo, non importa quanto a lungo resterà nel fiume. Sono andato in Giamaica, siamo la stessa gente".

E cosa pensa della musica reggae oggi? Le piace la dancehall?"La diversità nel reggae è una cosa buona, e per paradosso preferisco che i ragazzi oggi ascoltino la dancehall piuttosto che dedicarsi alla violenza. Se un uomo non ha un lavoro e si guadagna il pane con la dancehall, cosa c'è di male? Conosco le critiche di Jimmy Cliff, ma non le condivido: io sono della vecchia scuola ma credo che la diversità ci renda più ricchi: ci vuole un Julio Iglesias che canta l'amore accanto a un gruppo heavy metal in fissa con i segnali demoniaci: non devono piacere a me, ma ci sarà qualcuno a cui piace. La possibilità di scelta è democratica".

Lei ha deciso di fare in concerto la cover di Wish You Were Here dei Pink Floyd in versione reggae, a chi vorrebbe dedicarla davvero? "A mia nonna, che mi ha cresciuto dopo che mia madre si era risposata che avevo undici anni. O la vorrei dedicare al mio amico Fulgence Cassie Roger, la persona che mi ha scoperto, un giornalista che lavorava alla televisione nazionale della Costa d'Avorio: era mio amico dai tempi in cui vivevamo entrambi nel ghetto e devo a lui la prima chance per poter fare questo mestiere, quando mi invitò in un programma che teneva in tv, avevo 29 anni. Oppure la potrei dedicare a tutte le persone care ai miei fan e che non ci sono più: molte di loro so che hanno amato la mia musica permettendomi di diventare chi sono oggi". 

Marley cosa ha rappresentato per lei?"Marley è ancora il sole nel firmamento del reggae, mi piace il suo messaggio, la sua consapevolezza, sono un suo fan. Al mausoleo che gli è dedicato a Nine mile a Kingston ho dormito per due notti sulla terrazza. Una volta a Ziggy ho detto: sai perché amo tuo padre? Perché mi ha dato un lavoro, lui ha spalancato il cancello per farmi entrare. Ci siamo fatti un sacco di risate".

E per l'Africa cosa spera, Alpha Blondy?"Dico innanzitutto che nel continente africano c'è una carenza di maturità politica. Contrariamente ai politici europei, la quasi totalità dei politici africani non si prepara negli studi per affrontare la carriera politica. Non ci si improvvisa, in questo. Non servono gli Stati Uniti d'Africa, ma i Cervelli uniti d'Africa: l'Unione africana deve organizzare tante borse di studio per brillanti studenti che vogliano studiare fisica, matematica, ingegneria e politica. Mandateli nelle università europee ad apprendere cosa è necessario e per costruire la vera democrazia in Africa".  fonte

"HO SEMPRE AMATO FARE MUSICA": EDDIE MURPHY INCIDE UN BRANO REGGAE

Artista versatile dalla risata contagiosa, Eddie Murphy ha pubblicato il suo nuovo pezzo Reagge intitolato "Oh Jah Jah". L'attore famoso per le interpretazioni inNorbitIl principe cerca moglie e il dottor Dolittle, solo per citarne alcune, ha sempre coltivato la passione per la musica. Il brano sarà disponibile su iTunes a partire dal 27 gennaio.
Non è la prima esperienza in campo musicale per Eddie Murphy che nel 2013 aveva duettato con Snoop Lion nel singolo Red Light. In un'intervista per Rolling Stones (2011), confessa che negli ultimi venti anni non ha mai smesso di incidere pezzi.
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Per quanto riguarda la pubblicazione del nuovo album ha poi aggiunto:
Se la risposta delle persone (a ‘Oh Jah Jah’) sarà positiva sicuramente potrei andare avanti. Se non sarà così, rimarrà tutto sullo scaffale dove si trova adesso. Non mi preoccupa che tutta quella roba rimanga sulla mensola per altri 100 anni. Una volta che non ci sei più guardano sempre a tutto quello che hai fatto".
(fonte: Soundcloud)

I 99 Posse al Rising Love

Impegnati, ribelli e sempre schierati per difendere i loro ideali. Così dal 1991 la formazione napoletana 99 Posse porta avanti a colpi di raggamuffin, rap e reggae il suo percorso musicale e sociale. Sabato 14 febbraio fanno tappa nella Capitale, al Rising Love, per proporre il meglio della loro produzione musicale che ha scandito il loro nove album. E proprio l'ultimo di questi album, dal titolo "Curre Curre Guaglio' 2.0 - Non un passo indietro", pubblicato nel marzo del 2014 ripercorre i grandi successi della loro prima discografia e una carriera da record.  Come capitoli di un gran bel film, ammirato da milioni di persone negli ultimi vent'anni e che ha vinto parecchi premi, riempiendo cuori e popolando spazi immensi, i 99 Posse dimostrano di essere "padroni del [loro] tempo per poterlo cambiare", sperimentando il remake di 14 canzoni che hanno scosso gli animi e segnato la musica italiana. Nella tracklist evince che la stessa canzone è interpretata più volte ma da attori diversi, in modo da proporre diverse prospettive sullo stesso brano, per restituire una visione più ampia, più aperta, quindi più interessante della stessa canzone. E così rinascono con audaci e fresche sonorità nuovi modi di cantare "Curre curre guaglio'", "Ripetutamente", "O' documento", e altri brani registrati, risuonati e rinnovati negli arrangiamenti e nei testi, insieme a celebri artisti, amici dei 99 Posso e con loro protagonisti in questo nuovo disco in prossima uscita, che celebra e rivitalizza un album storico (200.000 copie vendute). Le canzoni irrorate di nuovo vigore rap, rock, elettronico o funky, sono addirittura rinominate per sottolineare il cambiamento apportato dalle numerose e importanti featuring con Alborosie, Mama Marias, Caparezza, J-Ax, Clementino, Pau (Negrita), Punkreas, Samuel (Subsonica), Banda Bassotti, Francesco Di Bella (24 Grana), Ensi, Signor K e Bonnot, Valerio Jovine, Enzo Avitabile e i Bottari, Roy Paci, e altri.
Scrive Luca "Zulù" Persico: "Non un passo indietro, rispetto a quello che siamo, che facciamo e che rappresentiamo. Non solo un altro mondo è possibile, ma anche un'altra strada in questo mondo, nel frattempo, è praticabile... E la nostra longevità ne è la dimostrazione. È nella direzione del fare comunità, che poi è la sintesi di ciò che facciamo da sempre, che abbiamo pensato questa rilettura di Curre curre guaglio', invitando decine di vecchi amici, e scoprendone di nuovi, giovani ed ormai diversamente giovani estimatori che, per i motivi più disparati, si sentono legati a quel disco e al periodo di cui è diventato, suo malgrado, simbolo; circa 40 musicisti, tra cantanti e gruppi musicali, a rinfrescare le sempre attuali rime storiche, arricchendole di nuovi punti di vista, e naturalmente di nuove ‘contraddizioni'. Abbiamo voluto concentrarci su ciò che ci unisce, Curre curre guaglio', ignorando tutto ciò che potrebbe allontanarci, ed è venuto fuori questo disco, che, detto tra noi, non è niente male".
Sul palco ‘O Zulù (Luca Persico)  voce, Marco Messina campionatore e dub master, JRM (Massimo Jovine) basso e Sacha Ricci tastiere.
Alle 21.30 presentazione Libro "Curre curre Guagliò. Storie dei 99 Posse" di Rosario dello Iacovo, alle 22.30 prima del concerto Jimmy from Inna Cantina Sound System e Red Stripes band live. Aftershow a cura di Mash Up Babylon e Pakkia Crew dj set. fonte

bob marley, 70 anni fa nasceva la leggenda del reggae -

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nato il 6 febbraio del 1945 in un piccolo villaggio della giamaica, bob marley è da sempre considerato il re del reggae. un genere musicale che divenne famoso grazie alle sue canzoni. il successo internazionale per il cantante rasta arriva nel 1975 con no woman, no cry, dall'album natty dread, seguito un anno dopo da rastaman vibration. tra le canzoni più popolari ci sono anche i shot the sheriff e redemption song. suonava con i wailers, band composta tra gli altri da peter tosh.