L’orgoglio e la forza che solo i dreadlocks sanno dare, in particolare a chi come i Rasta in questo simbolo vedono un senso di appartenenza e militanza.
Ed è con questa fierezza che l’elder Rupert Rickards si mostra all’obiettivo del reporter del Gleaner, accorso nel parish di St Thomas per documentare questa imponente criniera, con dread lunghi fino a tre metri.
Le annotazioni vanno anche nel superfluo e in divertenti parentesi, come quando l’uomo racconta che per ogni lavaggio dei suoi capelli necessita di due bottiglie di shampoo.
Rickards, che oggi ha 64 anni, decide di farsi crescere i dreadlocks nel lontano 1968. Un primo significativo passo verso l’identità Rasta, una tendenza in quel momento in rapida espansione in Jamaica, soprattutto dopo l’arrivo nell’isola due anni prima dell’imperatore Haile Selassie.
Nel flusso dei ricordi, l’elder non dimentica la parentesi poco piacevole della detenzione negli Stati Uniti, quando le autorità carcerarie decisero di tagliargli i dreadlocks. Insieme ad altri prigionieri Rasta si attivarono immediatamente firmando una petizione nella quale spiegare come i dread fossero testimonianza della loro religione. Il giudice accettò quell’istanza e i le lunghe trecce furono per fortuna salve.
E se oggi, molti curiosi si soffermano a guardare la lunga e folta criniera, Rupert non dimentica come i Rasta hanno attraversato momenti bui nella loro terra, con pregiudizi e idee preconcette, ancora oggi non del tutto scomparsi. FONTE

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