Dieci tracce compongono il suo primo album, 2G, che la cantante romana nata da genitori liberiani porterà il 18 luglio sul palco dell'Arezzo wave. Il flow sgorga nella sua lingua madre, il 'pidgin english': "Volevo riappropriarmi delle mie radici"
“Avevo sei anni quando venni chiamata per la prima volta ‘negra’, nove quando risposi agli insulti, tredici quando cominciarono le prime aggressioni dei compagni di scuola”. Karima non usa mezzi termini nel raccontare la sua storia di bambina nera di origine liberiana nata e cresciuta in Italia, eppure non ancora italiana, malgrado oggi abbia 30 anni.
Annie Karima Gehnyei ha rappato tutta la sua rabbia. Un flow duro che sgorga nella sua lingua madre, il “pidgin english”. Dieci tracce compongono il suo primo album, 2G (Soupu Music, 2014) che sta per la seconda generazione di immigrati. Le basi musicali le ha composte lei, campionando tra l’altro Fela Kuti e Last Poets. 2G è un disco manifesto, un urlo di protesta contro un paese che non riconosce come italiani quelli che nascono qui da famiglie straniere. Un suono militante ed esplicito a partire dal primo singolo, Orangutan, uno schiaffo in versi indirizzato a Roberto Calderoli, il leghista che accostò l’animale all’ex ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge. L’album, che si può ascoltare in streaming, fonde con gusto e originalità l’hip-hop con l’elettronica e i tradizionali suoni africani. Karima lo porterà il 18 luglio sul palco principale dello storico Arezzo wave love Festival. FONTE

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