L'Africa è un continente con una grande varietà etnica, culturale e linguistica.
Una descrizione generale di Musica africana non è pertanto possibile in quanto non esiste una musica africana ma tanti tipi di musica quanti sono i popoli africani.
La musica rappresenta per quest’ultimi la quintessenza stessa della loro cultura, la si apprezza moltissimo e se ne produce in grande quantità, anche sotto forma di canti e di piccole filastrocche musicate per i bambini. La musica infatti assume un ruolo considerevole all’interno delle comunità, ogni gruppo sociale possiede un repertorio musicale di riferimento e dei sottogeneri appropriati a determinate circostanze: pratiche musicali per celebrare i passaggi fondamentali nella vita degli individui (nascita, passaggio all’età adulta, matrimonio, funerale etc.) e per favorire le attività quotidiane, come ad esempio le raccolte nei campi e lo smistamento delle riserve alimentari. Ciò che ritroveremo sempre in ogni variante musicale, a prescindere dallo scopo per cui viene prodotta, è la caratteristica poliritmia, la capacità cioè di sviluppare contemporaneamente diversi ritmi e di mantenerli in modo costante ed uniforme, senza che uno prevarichi su di un altro.
Il canto è molto diffuso e riveste una funzione sociale importantissima, durante i funerali,
ad esempio, per ripercorrere le tappe dell’esistenza del defunto, dunque mantenerne viva la memoria e per narrare le imprese degli antenati cui spetta il compito di accogliere l’anima della persona mancata.

Ecco che il canto, la musica e la danza diventano da un lato veicoli di tipo simbolico e dall’altro preziosi strumenti della memoria collettiva. La musica tradizionale si trasmette oralmente, dunque non esistono spartiti o forme scritte in cui è possibile rinvenire delle melodie.
Tutto viene creato e comunicato direttamente ed è per questo che un aspetto importantissimo è dato dall’improvvisazione.
Molte lingue locali, in Africa, sono di tipo tonale ed è per questo che esiste un collegamento molto stretto tra la musica e la lingua. Soprattutto nel canto, è il modello tonale del testo che condiziona la struttura melodica.
La musica tradizionale si trasmette in genere oralmente, dunque non esistono molti spartiti o forme scritte in cui è possibile rinvenire delle melodie. Tutto viene creato e comunicato direttamente ed è per questo che un aspetto importantissimo è dato dall’improvvisazione.

L'imperatrice della canzone africana è senza dubbio Miriam Makeba, che portò la musica africana al grande pubblico durante gli anni 60. Nata il 4 Marzo 1932 a Johannesburg, Sud Africa, Makeba registrò il suo primo single "Lakutshona Llange" (1953) partecipando ai Manhattan Brothers. "Pata Pata" (1956), probabilmente il brano più importante di Makeba, fu scritto da Dorothy Masuka e fu un grande hit in America. Makeba collaborò con Harry Belafonte, duettando con lui ad eventi importanti e pubblicando l'album "Miriam Makeba and Harry Belafonte" nel 1972. "Homeland" di Makeba fu pubblicato nel 2000.
Strumenti musicali africani
In Africa, la musica tradizionale è caratterizzata proprio dall’utilizzo di particolari strumenti musicali, spesso prodotti con materiali naturali come zucche, corna, pelli, conchiglie anche se attualmente è in uso una vasta tipologia di materiali artificiali, perlopiù in alluminio o in metallo come lattine, stringhe, tappi di bottiglia, bidoni.
Oltre agli strumenti in senso proprio, troviamo una serie di oggetti che pur non essendo classificabili come strumenti, vengono di fatto suonati e definiti da queste stesse popolazioni come “strumenti ritmici”, vale a dire: sonagli, pendagli, fischietti, bracciali, conchiglie etc.
In etnomusicologia, generalmente si suddividono gli strumenti musicali in quattro grandi categorie:
• IDIOFONI Il suono è prodotto dallo strumento stesso senza particolari ausili o supporti
• MEMBRANOFONI Il suono è prodotto da una o più membrane che vengono battute con le mani o con bastoni affusolati
• CORDOFONI Il suono è prodotto da corde, in cuoio o in nylon, che vengono pizzicate

• AEROFONI Il suono è prodotto dal fiato del musicista e canalizzato dallo strumento stesso
Anche il canto riveste una particolare importanza nell’ambito della musica africana, tradizionale e non.
Fra gli strumenti musicali africani si ricordano il tamburo, il gong e la campana duplice, mentre fra gli strumenti melodici si annoverano gli archi, diversi tipi di arpa, il kora, il violino, molti tipi di xilofono come il balafon, i lamellafoni come la m'bira o sanza e diversi tipi di strumento a fiato come il flauto e la la tromba.
Il grande numero di tamburi usato nella musica tradizionale africana include il tama (tamburi parlanti), il bougarabou e il djembe nell'Africa occidentale, tamburi ad acqua nell'Africa centrale e tipi diversi di tamburi spesso chiamati engoma o ngoma nell'Africa meridionale.
Durante l'epoca coloniale, strumenti europei come il sassofono, le trombe e la chitarra furono adottati da molti musicisti africani; i loro suoni furono integrati nei modelli tradizionali e sono usati in maniera estesa nella musica popolare africana.

Il trattamento di musica e danza come forme di arte separate è un'idea europea.
In molte lingue africane non c'è nessun concetto che corrisponde precisamente a questi termini. Per esempio, in molte lingue di tipo Bantù vi è un concetto che può essere tradotto come canzone ed un altro che copre ambo i campi semantici dei concetti europei di musica e danza. Così c'è una parola per musica e danza (il significato esatto dei concetti può differire fra cultura e cultura).
Per esempio, in Kiswahili la parola ngoma può essere tradotta come "tamburo", "danza", "danza religiosa", "danza celebrativa" o "musica", in funzione del contesto della frase. Comunque ogni traduzione di un concetto singolo risulta essere incompleta. Perciò, da un punto di vista interculturale, la musica africana e la danza devono essere viste in collegamento molto stretto.
La musica è ancora oggi estremamente funzionale nella vita africana, accompagnando sempre i momenti più importanti della vita come la nascita, il matrimonio, la caccia e anche le attività politiche. fonte
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